OMELIA DELLA XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

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OMELIA DELLA XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B:

Quando recitiamo il credo durante la messa, professiamo che Gesù Cristo “siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti,”. Le letture di oggi si concentrano su questa seconda venuta di Gesù. Le letture sono adatte in questo momento in cui la Chiesa sta arrivando alla fine del suo anno liturgico. La Chiesa ci ricorda la realtà del tempo della fine. Un tempo di raccolta divina in cui ognuno di noi dovrà rendere conto della propria vita qui sulla terra. La prima lettura è tratta dallo scritto apocalittico di Daniele che ci ricorda il giudizio universale, un tempo in cui tutti coloro che sono morti si sveglieranno per un giudizio generale. La prima lettura dice: “Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.” Ogni volta che qualcuno muore, passa attraverso un particolare giudizio per determinare se deve andare in paradiso, in purgatorio o all’inferno. Tuttavia, ci sarà ancora un tempo in cui tutti, vivi o morti, passeranno attraverso un giudizio generale e finale allo stesso tempo. La pandemia di Covid e i disastri naturali come: terremoti, uragani, inondazioni, frane ecc, sono segni che gli esseri umani non hanno preso il controllo totale del mondo. Per quanto Dio abbia dato all’uomo una grande saggezza per conquistare la terra, Dio riserva ancora alcuni poteri strettamente per sé.

Tuttavia, la predicazione sul tempo della fine non dovrebbe farci paura, piuttosto dovrebbe permetterci di essere più consapevoli di Dio nella nostra vita. Se siamo convinti che Gesù, il Figlio di Dio incarnato, è colui di cui stiamo aspettando la venuta, allora non abbiamo motivo di avere paura. Nessuno ha paura se sente che il padre che non vede da molto tempo sta tornando, a meno che la persona e il padre non siano nemici. Dio è ancora un Dio misericordioso e non permetterebbe che noi perissimo. È ancora sempre pronto a salvarci, indipendentemente dai nostri peccati ed errori. Tuttavia dobbiamo ancora cooperare con la sua grazia per essere salvati e perché i nostri nomi siano scritti nel libro della vita. La Chiesa ci invita quindi oggi a un pentimento interiore e alla riconciliazione con Dio mentre aspettiamo il tempo della sua venuta. Dio forse non si aspetta che facciamo cose straordinarie mentre siamo sulla terra. Sono le cose ordinarie della vita che contano: il nostro rapporto con il prossimo, il nostro amore per Dio e l’umiltà dei cuori per tornare a Dio ogni volta che sentiamo di averlo offeso. Non possiamo fare nulla con le nostre forze, ma la grazia e l’amore di Dio sono troppo generosi per accoglierci e salvarci se lo chiediamo. Le nostre preghiere in questa Santa Messa saranno le stesse che il palermitano di oggi ha pregato dicendo: “Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio”. Preservaci Signore, e non guardare la profondità dei nostri peccati, ma nella tua misericordia, fa che i nostri nomi siano trovati sul libro della vita nell’ultimo giorno della nostra vita, Amen.

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