OMELIA PER LA 28ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

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OMELIA PER LA 28ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

OMELIA TEMA: IL TESORO OLTRE LA RICCHEZZA—SAGGEZZA E DONAZIONE DISINTERESSATA

Padre Justin Nzekwe

Sapienza 7:7-11; Salmo 90:12-13.14.15.16-17 (R.14); Ebrei 4:12-13; Marco 10:17-30

La santità non consiste solo nell’osservare tutti i comandamenti di Dio, ma anche nella capacità di sacrificare ciò che abbiamo per il bene degli altri. Nella lettura del Vangelo di oggi, un uomo pone a Gesù una delle domande più importanti: cosa devo fare per ereditare la vita eterna? È una domanda che dovrebbe occupare la mente di ognuno di noi come cristiani. Gesù gli rispose dicendo: “Tu conosci i comandamenti: Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non testimoniare il falso; non frodare; onora tuo padre e tua madre”. L’uomo rispose e disse a Gesù: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Quest’uomo, inconsapevolmente, ha vissuto la sua vita con il sincero desiderio di osservare tutte le leggi date attraverso Mosè, ma non sa che quelle leggi non sono sufficienti. Pur conoscendo tutte le leggi, non conosce lo Spirito della legge. Gesù, guardandolo, lo amò e gli disse: “Ti manca una cosa. Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni, seguimi”. Questa risposta di Gesù lo rattristò a tal punto che se ne andò perché aveva molti beni e non voleva condividerli con i poveri. Gli mancava anche la saggezza di sapere che la ricchezza non è la cosa più importante della vita. Salomone nella prima lettura dice: “Ho pregato e mi è stata data la prudenza; ho supplicato e lo spirito di saggezza è venuto a me. La preferii allo scettro e al trono, e ritenni le ricchezze un nulla al suo confronto, né paragonai a lei alcuna gemma di valore inestimabile; perché tutto l’oro, al suo cospetto, è un po’ di sabbia, e davanti a lei l’argento è da considerarsi pantano”. Quando ci attacchiamo alle ricchezze ci manca la saggezza, ma quando cerchiamo la saggezza diventiamo ricchi.

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Gesù ha poi aggiunto: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio”. Questo non significa che i ricchi non andranno in cielo, ma che l’amore per le ricchezze può essere un ostacolo alla nostra aspirazione celeste. La cruna dell’ago, in questo contesto, implica il passaggio di un cammello attraverso una piccola porta, e quando Gesù invoca una vita di povertà, pone l’accento sull’essere poveri nello spirito. Tuttavia, resta il fatto che le ricchezze possono talvolta diventare un peso per la nostra anima. Essere ricchi non è un male. La ricchezza è un bene. Dio non condanna le ricchezze, ma condanna il nostro atteggiamento nei loro confronti. In un mondo in cui la ricchezza è venerata, molte persone hanno perso la loro anima a causa della ricchezza. Essa occupa la nostra mente e ci distrae dalla contemplazione delle cose di Dio, facendo sì che i nostri beni diventino il nostro idolo. Dio non ci chiede di rinunciare alle nostre ricchezze, ma di usarle saggiamente al suo servizio. Dobbiamo gestire i nostri beni con saggezza, affinché non prendano il controllo del nostro cuore. Dio ci dà tempo, talenti e ricchezze perché li usiamo al servizio degli altri. Forse non siamo ricchi, ma il poco che abbiamo può impedirci di donarci totalmente a Dio. Per questo oggi Gesù ci invita a seguirlo ancora una volta in modo disinteressato. Preghiamo in questa santa messa che Dio ci conceda la saggezza di seguirlo senza le distrazioni dei nostri beni terreni, né alcun ostacolo alla nostra santità.

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