OMELIA PER LA 4a DOMENICA DELL’ANNO B

OMELIA PER LA QUARTA DOMENICA DELL’ANNO B

TEMA OMELIA: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Infatti, Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo potesse essere salvato per mezzo di lui. “(Giovanni 3: 16-17)

DA: Fr. Robert deLeon, CSC

 

OMELIA:

La Quaresima progredisce e noi meditiamo più profondamente settimana dopo settimana il sacrificio di Gesù, che Dio dà a suo Figlio fino alla morte per poter avere la vita. E indipendentemente dalla nostra esperienza dell’amore umano, restiamo tuttavia disorientati dall’amore che Dio ha per noi. Poiché siamo individualmente imperfetti, il nostro amore per un altro rimarrà sempre un po ‘imperfetto, a prescindere da quanto possano sembrare puri e disinteressati le nostre intenzioni. L’amore umano può arrivare molto vicino ad essere “il paradiso in terra”, ma non è mai abbastanza.

Nel brano evangelico che ascoltiamo oggi, Gesù si rivolge a Nicodemo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Infatti, Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo potesse essere salvato per mezzo di lui. “(Giovanni 3: 16-17)

In verità, Dio vuole il meglio per noi sia nelle nostre presenti circostanze che nella vita eterna a venire, ma quante volte interpretiamo male l’intenzione divina quando confrontiamo le vie di Dio con le nostre vie. Quanto spesso dubitiamo dell’amore di Dio per noi quando tentiamo di inquadrare l’amore divino in immagini dell’amore umano. Purtroppo, credo che non apprezzeremo mai pienamente l’amore di Dio mentre camminiamo nella carne. È solo alla nostra risurrezione che un tale mistero sarà rivelato. Lascia che una storia vera, non umana ma equina, offra un riflesso della cura che Dio ha per noi.

“In fondo alla strada da casa mia c’è un campo con due cavalli. Da lontano, ognuno assomiglia a ogni altro cavallo. Ma se uno ferma la macchina o sta camminando, si noterà qualcosa di abbastanza sorprendente. Guardare negli occhi di un cavallo rivelerà che è cieco. Il suo proprietario ha scelto di non farlo abbattere, ma ha fatto una buona casa per lui. Questo da solo è fantastico. Ascoltando, si sentirà il suono di una campana. Guardando in giro per la fonte del suono, si vedrà che proviene dal più piccolo cavallo nel campo. Attaccato alla sua briglia c’è una piccola campana. Permette al suo amico cieco di sapere dove si trova, così da poterla seguire. Mentre uno sta in piedi e guarda questi due amici, si vede come lei lo sta sempre controllando, e che ascolterà il suo campanello e poi camminerà lentamente fino a dove si trova, confidando che lei non lo porterà fuori strada. “(Fonte originale sconosciuta ) Non siamo noi, ognuno di noi, proprio come quel cavallo cieco che deve armeggiare nella sua vita, il suono della campana sul collo del suo amico la sua stessa salvezza? E la presenza fedele di Dio non è rivelata nel vigile compagno, il più piccolo cavallo il cui nascondiglio è conosciuto dal tintinnio di una campana il cui suono rassicura il cavallo cieco?

In effetti, questa semplice storia è la storia dell’amore di Dio per noi. Ha messo il suo stesso Figlio tra noi per guidarci verso casa, e quando ci siamo persi nelle tenebre della vita, ci zittiamo, ascoltando il suono di un sussurro rassicurante, “Sono con te sempre, fino alla fine del mondo.” (Matteo 28:20)

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