V DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO C

OMELIA DELLA V DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO C

Don Cyril Unachukwu CCE

La nostra condizione umana ci lascia dentro le tre coordinate del tempo: il passato, il presente e il futuro. Nel passato riconosciamo chi eravamo, nel futuro vediamo chi possiamo diventare e nel presente viviamo chi siamo. Indipendentemente da come sia stato il nostro passato, il presente ci offre le più grandi opportunità per consolidare i progressi del nostro passato o per cambiare verso sentieri più luminosi che portano al successo e costruire il futuro dei nostri sogni e speranze. In tutte queste transizioni, è Dio che è all’opera in noi con la forza delle sue grazie e della sua misericordia, conducendoci fuori dalle tenebre nello splendore della sua meravigliosa luce. Possa il nostro incontro con Dio oggi e nei giorni rimanenti di questo periodo di Quaresima cambiare la nostra storia e la nostra storia per il bene; Amen.

 

Non c’è nessuno il cui passato sia privo di una catena di successi e progressi e momenti felici della vita che ci fanno sentire l’impatto della nostra vita nella società in cui viviamo. Inoltre, non c’è nessuno il cui passato sia senza macchie di fallimenti e rimpianti che sono segni della nostra condizione umana limitata. Parte dei più grandi problemi che abbiamo è la tendenza ad essere pessimisti sulla vita che ci porta a volte a vedere ed esagerare solo gli aspetti brutti di noi stessi e di coloro che ci circondano e a non vedere il bene in noi e negli altri; concludiamo e mettiamo etichette sul nostro futuro e sul futuro dei nostri fratelli e sorelle a causa degli errori delle nostre vite passate. La verità è che con Dio la storia è diversa. Dio conosce il nostro passato nella sua interezza. Conosce anche le infinite possibilità che ha in serbo per noi e ci dà la grazia del presente per lavorare verso un nuovo futuro con Lui e in Lui. La parte brutta del nostro passato non potrà mai porre fine alla possibilità di un nuovo futuro per noi. L’unica coordinata del tempo che ha questo potere è il presente. E tanto spesso quanto abbiamo un presente è tanto spesso quanto abbiamo la possibilità di costruire un nuovo futuro per noi stessi, indipendentemente da quanto oscuro possa essere stato il nostro passato. Questo è anche molto vero nel nostro rapporto con Dio! Attraverso la sua misericordia che non conosce limiti, Dio cancella i nostri fallimenti passati e ci rafforza per diventare vincitori nelle battaglie della vita e nella guerra contro il peccato.

 

Questa era la storia della donna colta in flagrante adulterio, che fu portata a Gesù dagli scribi e dai farisei nella lettura del Vangelo di oggi (Giovanni 8,1-11). Certamente, era ed è sempre una cosa terribile rompere la fedeltà coniugale. Ma nel loro pensiero, come fanno alcuni di noi, è la fine della storia per questa donna. Hanno dimenticato all’improvviso le asperità della loro vita passata e come Dio continui a dar loro nuove opportunità per costruire una nuova vita in Lui. Gesù ricordò loro la loro condizione di vita e successivamente lanciò la donna, precedentemente condannata, in un nuovo livello di vita grazie al potere della misericordia; “non ti condanno, vattene e non peccare più”. Questa donna fece un’esperienza indelebile del potere della misericordia divina. Deve aver capito che, indipendentemente dal suo passato, il più grande dono del presente che la misericordia divina le ha presentato può cambiare il suo futuro; e sicuramente lo ha cambiato. La stessa esperienza di questa donna l’abbiamo sentita anche sotto forma di una promessa di Dio al popolo d’Israele nella Prima Lettura (Is 43,16-21); “non c’è bisogno di ricordare il passato, non c’è bisogno di pensare a ciò che è stato fatto prima. Vedi, io sto facendo un’azione nuova”. Certamente, la storia del popolo d’Israele può essere considerata come la storia di “nuove opportunità immeritate”. San Paolo, da parte sua, ha vissuto pienamente questa esperienza come leggiamo nella Seconda Lettura (Fil 3,8-14); “tutto ciò che posso dire è che dimentico il passato e mi protendo in avanti per ciò che deve ancora venire; corro per il traguardo, per il premio che Dio ci chiama a ricevere in Cristo Gesù”. Questo messaggio viene a noi oggi da due punti di vista. In primo luogo, dobbiamo imparare a non concludere sulle persone. Per quanto faccia parte della nostra identità profetica cristiana condannare ciò che è male, dobbiamo sempre riconoscere il fatto che nessuno detiene assolutamente il futuro di un’altra persona. Dio può sorprenderci in molti modi. Parte di questi modi potrebbe essere quello di far risorgere in un modo inimmaginabile qualcuno che potremmo aver ridotto in cenere attraverso il nostro giudizio umano e la nostra condanna. In secondo luogo, non permettere mai a nessuno di imbottigliarti nel tuo passato. Qualsiasi cosa sia successa appartiene al passato, e ogni dono del presente che abbiamo è un’opportunità per costruire una nuova vita assistita dalla grazia di Dio, perché è Dio che ci dà queste opportunità. In tutto questo, una cosa che dobbiamo fare è collaborare sempre con la grazia di Dio.

 

Padre Celeste, concedici la grazia di trascendere le limitazioni della colpa del nostro passato con un vivere con grazia il presente per raggiungere il futuro che tu progetti per noi; Amen. (TRADOTTO).

 

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